PUBBLICO STRABOCCHEVOLE AL GHISALLO NON SOLO PER IL GIRO DI LOMBARDIA

MAGREGLIO Sagrato davanti al Santuario della Madonna del Ghisallo transennato ed arricchito di palloncini multicolori; sul piazzale due auto d’epoca: la prima della Croce Bianca di Milano (un’autolettiga) l’altra del Servizio Sanitario al seguito del Giro anni trenta. Nel pomeriggio sulla stessa area ci saranno anche degli intrattenitori-giocolieri. Il presidente Domenico Macrì ha contribuito anche lui ad abbellire il piazzale: su di uno striscione collocato per terra la scritta G.S. Madonna del Ghisallo così che riprendendolo dall'elicottero di servizio si potesse ben leggere la scritta. Cadel Evans, puntualissimo, con i nipotini (cinque), cognati e suoceri alle 10.30 consegnava al Santuario la maglia gialla indossata all’ultimo Tour. “Ho conosciuto questo luogo – affermava durante la breve cerimonia di consegna al rettore don Luigi Farina- nel corso di un allenamento; mi ha portato qui Guido Trentin e mi sono legato moralmente quando ho visto la bicicletta del compianto Fabio Casartelli”. Fra tanti fotografi, tifosi che chiedevano l’autografo aggiungeva. “Se ci ritornerò ancora? Spero di sì, perché allora vorrà dire che sarò riuscito ancora a vincere il Tour (gara che rimane nel programma principale della stagione 2012: “non farò il Giro”). Ringrazio per tanto affetto: so che mi avete seguito e gioito per il mio successo e che avete suonato a lungo le campane, a festa, dopo quella vittoria”. Ospite inatteso anche Gianni Motta che in Santuario lo salutava precisandogli: “Sei un campione!”. Mentre il presidente della F.C.I. Renato Di Rocco si portava al Museo, giungeva in Santuario il vice Gianni Sommariva. Cadel Evans ricevuti i complimenti (ed un volume sul Giro d’Italia) dal consigliere provinciale Paolo Frigerio, i ringraziamenti dal consigliere Bruno Carraro venuto appositamente dal Veneto, con un nutrito gruppo di amici, ritirava una medaglia oro ricordo dal presidente Domenico Macrì del G.S. Madonna del Ghisallo, Cadel era poi al Bar Nord dalla famiglia Begni, dove da anni lui ed i familiari sono ospiti immancabili con il Lombardia. In dono una ruota-orologio dell’artista Giovanni Cermenati, dopo uno spuntino. Nel pomeriggio ha seguito il finale del Lombardia. “Non so se Nibali riuscirà a tenere fino all’arrivo: Mauro (Santambrogio) come Cunego è passato in ritardo”. Prima di Villa Vergano Nibali era raggiunto. Maurizio Fondriest, in ritardo, si proponeva in Santuario solo a mezzodì, consegnando una delle sue ultime bici Fondriest, ma non quella di Renaix del mondiale, quando al Museo la consegna della maglia rosa di Francesco Moser (Giro ‘84, vinto a Verona su Fignon) da parte del fratello Aldo già avvenuta. Il presidente Fiorenzo Magni ricordava le iniziative in questi cinque anni di apertura, ringraziava i donatori delle maglie rosa del Giro “For Ghisallo”, ma non era presente nel pomeriggio (impegnato nel C.d.A.) al volo dei palloncini con l’inaugurazione del busto in bronzo di Alfredo Binda (opera del varesino Paolo Borghi) fatto realizzare da Carlo Caccivio. Dopo i brevi interventi del sindaco Giovanna Arrigoni, del rettore e del presidente Macrì, veniva ricordata la grande figura di Alfredo Binda (112 vittorie) da atleta (3 mondiali e cinque Giri, pagato per non disputare quello del ‘30) e da C.T. portando Coppi e Bartali a significativi successi al Tour. A seguire il passaggio della corsa anche Elena, moglie di Paolini, con papà Giulio. “Luca da giovedì scorso uscito da un incubo durato sei anni difficili e stravolgenti: ha perso anni importanti per l’attività e diversi contratti, solo per dei sospetti. Ma come rivalersi? Al danno che recano gli autori rimangono impuniti; non è giusto”. Giulio Mauri